All’interno dell’utero materno il neonato, cullato dal suono del battito cardiaco della mamma, in un dolce costante tepore, succhia il liquido amniotico ogni qualvolta ne senta la necessità e vive il suo piccolo eden. Alla nascita deve affrontare la fatica del primo respiro, è inondato da luci e suoni di un mondo che fino a quel momento ha conosciuto in modo ovattato.
Protetto dal corpo della mamma il nascituro fa già le prime esperienze indirette del mondo esterno, percepisce suoni, sfocati bagliori di luce e impara a reagire a questi stimoli. Quando viene al mondo, tutto ciò che aveva percepito in modo sfocato si fa presente in modo forte, repentino e diretto. Possiamo immaginare che a partire da questo momento il bambino senta la necessità di sentirsi sostenuto, protetto ed amato? In che modo i neo genitori possono realizzare tutto ciò?
Il bonding
I genitori ed il neonato imparano a conoscersi dalle prime ore dopo la nascita, intrecciano una relazione fatta di sguardi, di coccole, di contatto fisico, di parole sussurrate. L’attaccamento, la relazione, tra i genitori ed il bambino viene definito bonding. È un rapporto che nasce proprio attraverso il contatto fisico e la comunicazione intima, nasce dalla sintonia emotiva tra i genitori ed il neonato, che viene accolto da loro in modo empatico.
I genitori con il tempo e con l’osservazione del bambino imparano a conoscerlo ogni giorno di più. In questo modo iniziano ad interpretare i suoi gesti per capirne i bisogni e come soddisfarli. Anche se all’inizio questo processo può essere un po’ difficoltoso, i genitori si impegnano nella costruzione di questo legame emotivo. Loro rispondono ai bisogni del loro piccolo e nutrono questo legame d’amore. Studi svolti nel campo della neuropsicologia e neurobiologia affermano che questo legame contribuisce allo sviluppo equilibrato del neonato.
Consigli pratici per sviluppare il bonding
Come si sviluppa in pratica il bonding? Questo legame speciale che lega il piccolo con il suo papà e la sua mamma si sviluppa con alcuni semplici gesti. Stare a stretto contatto con il neonato gli permette di conoscere l’odore della mamma e del papà, per questo motivo è consigliabile evitare di indossare profumi i primi giorni dopo il parto. Il contatto ravvicinato stimola anche il tatto ed ha effetti positivi per il neonato e sul genitore.
Il contato fisico aumenta i livelli di ossitocina, l’ormone delle coccole con effetti benefici per la riduzione dell’ansia e dello stress. Questo è uno dei motivi che spinge molti i genitori ad usare sempre più marsupi e fasce porta bebè. Sono molto apprezzate quelle di Flok baby, che ne propone diverse tipologie, in tantissime fantasie e colori. La fascia porta bebè è studiata per il miglior comfort del bambino.
Viene realizzata in materiali naturali, come cotone o bambù, permette di trasportare il bambino in diverse posizioni, è ergonomiche ed ipo-allergenica. La fascia inoltre è molto pratica, lascia le mani libere a chi la indossa, per esempio per seguire un altro fratellino, inoltre permette di passeggiare senza dover portare con sé il passeggino. Il bambino si sente avvolto e sostenuto come in un abbraccio.
Gli studi sull’importanza della relazione tra la mamma ed il neonato hanno portato i clinici a reinterpretare il momento della nascita, un atto fisiologico in cui la medicina deve intervenire solo per lo stretto necessario. In sala parto trovano spazio le emozioni dei genitori e, per quanto possibile, le loro scelte. Subito dopo la nascita il piccolo è avvolto dalle braccia della sua mamma, pelle a pelle, ed entro pochi minuti può essere allattato. In molti ospedali si pratica il rooming-in, che vuol dire che il neonato passa il giorno e la notte in camera con la mamma. Ogni intervento è dedicato ad agevolare il contatto tra la mamma ed il suo bambino. Il valore di queste pratiche è tale da essere promosse dall’Unicef e dall’Oms.