La convivenza con la pandemia ha raggiunto quasi la sua normalizzazione, eppure gli effetti psicologici sono ancora evidenti in moltissime persone, soprattutto nei più giovani. Ansia generalizzata, forte stress e senso di inadeguatezza, motivano molti a ricorrere al supporto professionale dello psicologo. Ma quale percorso professionale ed esperienziale caratterizza questa professione?
Percorso universitario per diventare Psicologo
Come la maggior parte delle professioni, anche per questa è necessario conseguire una laurea triennale in scienze e tecniche psicologiche (classe L-24). Successivamente, si potrà accedere alla specializzazione in Scienze Psicologiche attraverso il completamento della propria preparazione psicologica con ulteriori studi in Laurea Magistrale di Psicologia (classe LM-51) della durata di due anni.
Conseguito il titolo magistrale, sarà richiesto, obbligatoriamente, di affrontare un tirocinio professionalizzante o post-laurea con una durata di 12 mesi consecutivi. Il tirocinio garantirà l’accesso all’esame statale per l’abilitazione all’esercizio della professione di Psicologo. Le sessioni si tengono ogni anno nel mese di giugno e di novembre. L’esame è strutturato in tre prove scritte e una orale. Il superamento dell’esame, tuttavia, non determina l’acquisizione, in automatico, del titolo di Psicologo ma solo della qualifica di “abilitati all’esercizio della professione di Psicologo”. Sarà necessario iscriversi all’ Albo degli Psicologi. Ogni ordine afferisce, a livello nazionale, al CNOP, Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, che vanta oltre 110mila iscritti, precisamente 117mila nel 2020. L’iscrizione presso l’albo è strutturata su due sezioni: A e B. Nella prima vi accedono coloro che hanno superato l’esame di abilitazione, la seconda è riservata ai dottori in tecniche psicologiche, dunque coloro che hanno conseguito solo la laurea triennale.
Dove svolgere la professione?
Questa figura professionale può essere esercitata in regime di libera professione presso uno studio privato in qualità di Psicologo, oppure si potrà scegliere di collaborare in diversi settori come quello sociale, aziendale, educativo, scolastico, socio – assistenziale, sportivo, giuridico – forense, ecc. e dunque in qualità di dipendente. Laddove ci si trovi in possesso della sola laurea triennale, tra gli sbocchi di scienze e tecniche psicologiche è possibile: offrire la propria consulenza per servizi di neuropsichiatria infantile e/o dell’adolescenza, presso dipartimenti di salute mentale e per l’età evolutiva o presso reparti pediatrici; lavorare presso consultori nelle loro diverse forme (materno-infantili, adolescenziali o familiari); operare nella gestione dei conflitti tra gli individui o tra i gruppi (favorendone la cooperazione e l’integrazione); prestare la propria professionalità presso strutture residenziali destinate all’assistenza ai disabili, i centri di accoglienza per famiglie e le reti dei servizi del privato-sociale, le strutture carcerarie, ed altro ancora.
Da qualche anno,con l’entrata in vigore della legge n° 3 del 2018,lo Psicologo è considerata una professione sanitaria a tutti gli effetti. Per la sua natura si distingue dalla professione di Psichiatra, con il quale invece collabora nel trattamento di alcune patologie. Per una ulteriore chiarezza terminologica, bisogna distinguere la figura dello Psicologo dallo Psicoterapeuta, il quale può essere sia un professionista laureato in Medicina sia uno Psicologo. La maggiore regolazione normativa di questa professione deriva anche da una maggiore consapevolezza sull’importanza di un elevato livello di benessere mentale per sviluppare abilità sociali che consentono alla persona di sapersi adattare alla complessità della vita.
