Tutto ciò che c’è da sapere sulle stufe a pellet

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Ormai l’associazione sovviene spontanea. Quando si parla di pellet, oggi, si pensa consuetudinariamente ai piccoli cilindri di legno che alimentano stufe e caldai omonime. Il pellet nasce nel settore dell’alimentazione animale. Negli anni ’70, il pellet cominciò ad essere creato con segatura essiccata, diventando un ottimo combustibile.

Un modo molto efficace per dare nuova vita a materiali che, altrimenti, sarebbero finiti scartati. Il mercato industriale e domestico cominciò a chiedere spasmodicamente i piccoli proiettili in legno, essendo molto più economici e meno inquinanti del gas per le stufe di casa. Attualmente, il settore del riscaldamento vive, per gran parte, di pellet.

Le stufe che sfruttano questo tipo di combustibile sia esso composto da legno, mais, sansa, girasole o paglia, ormai, annoverano un mercato molto ampio. Del resto, oggi non è difficile trovare un ampio catalogo di stufe a pellet online come nei negozi fisici, presentando prodotti diversi e adatti ad ogni tipo di esigenza. Acquistare una stufa a pellet, però, rappresenta una spesa esosa e, per questo, è bene documentarsi a fondo prima di procedere. Scopriamo, dunque, tutto ciò che c’è da sapere su questa tipologia di impianti di riscaldamento.

Composizione e funzionamento della stufa a pellet

Come prima cosa, occorre sapere come si compongono, di fatto, le stufe a pellet. Sono undici gli elementi principali di un impianto di riscaldamento a pellet. Si comincia con il serbatoio per il combustibile, per poi proseguire con la coclea, ossia una vite senza fine. Abbiamo, poi, lo scompartimento per l’aria di combustione e il ventilatore. Seguono gli scambiatori di calore, l’estrattore di gas e il focolare di combustione. Infine, la stufa a pellet necessita di un raccogli-cenere, di uno sportello, un tagliafiamma e della resistenza per l’accensione automatica.

Il principio di funzionamento di questi apparecchi è molto semplice. Le stufe a pellet funzionano come un qualsiasi altro impianto di riscaldamento alimentato dal legno: bruciando il pellet. Il calore generato in questo processo di combustione viene diffuso nell’ambiente circostante per mezzo di ventole o tubi di scambio di calore. Nello specifico, le stufe a pellet funzionano in questo modo:

Il serbatoio ospita il pellet, la vite senza fine raccoglie il combustibile e lo lascia, poi, cadere nel focolare. La sopracitata coclea, infatti, non è altro che il meccanismo che permette di dosare adeguatamente il pellet, convogliandolo nelle giuste quantità all’interno del braciere. Quando il combustibile arriva nel focolare, un getto d’aria forzato proveniente dal basso equilibra quest’ultimo con il comburente, rendendo il braciere una specie di forgia.

In ultima istanza, il calore prodotto dalla fiamma finisce per essere scambiato, attraverso uno o più ventilatori, con l’aria di convezione. I fumi residui prodotti, poi, vengono espulsi per mezzo di un ulteriore sistema di ventilazione. Questo processo viene monitorato, poi, da una centralina elettrica.

In questo dispositivo risiede la sostanziale differenza tra una stufa a pellet ed una a legna. Vien, dunque, da sé che, senza energia elettrica, la stufa a pellet non può funzionare. In ogni caso, il dispositivo permette l’impostazione della temperatura e dei principali parametri d’utilizzo della stufa a pellet.

Considerazioni finali

Come abbiamo visto, le stufe a pellet funzionano in maniera relativamente semplice. Quel che è certo, è che il controllo da parte dell’utilizzatore è massimo, grazie all’introduzione della centralina elettrica che, inoltre, segnalerà eventuali malfunzionamenti con un allarme, causando l’arresto forzato dell’impianto. Insomma, un metodo molto sicuro per assicurarsi che la casa rimanga calda anche nei mesi più freddi. Le stufe a pellet, inoltre, non richiedono una manutenzione estensiva e, spesso, le ditte installatrici offrono piani di garanzia per quella straordinaria, rendendo il loro utilizzo particolarmente immediato.